lunedì 31 ottobre 2011

"Cari amici di Costruendo Libera..." da Cristina

Come richiesto dalla stessa Cristina, riportiamo la sua email di venerdì  28 ottobre e la nostra risposta.


"Cari amici di Costruendo Libera,

vi ringrazio moltissimo di aver organizzato l'incontro di ieri sera. Era più che semplicemente atteso. Risponde, precedendomi e risparmiandomi un lavoro, ad una intenzione comune già in atto.

MI PRESENTO
Sono una ricercatrice in Scienza della politica dell'Università di questa città. Mi occupo di istituzioni politiche comparate e sto sviluppando un interesse scientifico (oltre che civico)  - più specifico, ma strettamente connesso -  per l'analisi dei fenomeni mafiosi e paramafiosi e i nessi con il funzionamento (e le disfunzioni croniche) del nostro sistema politico.

COSTRUENDO LIBERA: UN CONATINO PRECEDENTE
Al ritorno della Conferenza torinese sulle Mafie al Nord, organizzata da Libera e il gruppo Abele (nella quale ho riconosciuto una attitudine culturale profonda e una capacità di organizzazione e d'azione inconsuete) ho riunito alcuni amici e proposto loro di gettare i germi per un coordinamento pavese di Libera.
Dunque non la fondazione di una setta locale associativa, ma, nello spirito di Libera, intendevamo mettere a disposizione il nostro impegno per aiutare l'integrazione cittadina di associazioni e persone con una vocazione civica congruente agli obiettivi di LIbera.

Tra questi amici: altri ricercatori, alcuni studenti che sono membri dell'Osservatorio contro le Mafie, un giornalista, amministratori cittadini attivi sul territorio, anche in connessione con il percorso di azioni pubbliche connesse alla confisca dei beni, cittadini coinvolti in associazioni di volontariato (dal recupero dei parchi pubblici alla difesa della scuola), un magistrato.

L'OSSERVATORIO E GREVI
L'Osservatorio pavese, frutto di un lavoro ormai pluriennale, e partito con il supporto inestimabile del professor Vittorio Grevi, è stato il mio primo pensiero.
Io credo che non si può dire che non ci fosse stata Libera a Pavia fino ad ora. Non è esatto. Non c'era un'etichetta che si chiamava LIbera, ma c'era nel lavoro dell'Osservatorio, con cui LIbera nazionale peraltro collaborava, una parte della sostanza dell'impegno LIbera: una associazione congruente agli obiettivi di LIbera è già un pezzo di LIbera.

Sono convinta che l'Osservatorio debba essere una pietra angolare su cui si fonda la creazione di un presidio, perché LIbera è forte se si fa forte delle esperienze pregresse della società civile su cui cresce. Se non parte da quelle fondamenta, rispettandole e integrandole tra loro verso azioni comuni, ma si pone come alternativa alle esperienze costruite con impegno, fatica e competenza nel tempo, temo che generi quell'effetto "carciofizzante" (partire un po' carciofi induce gli altri a carciofarsi)  di cui ci parlava Davide Mattiello, compiendo un errore iniziale di rotta difficile da correggere sulla via.

Io mi sono in effetti un po' stupita che tra i giovani splendidi che hanno presentato la nascita del presidio non ci fossero, in prima fila, a ricevere gli applausi per tutto il loro lavoro i ragazzi che sono eredi di quegli studenti che un giorno andarono da Grevi e gli dissero: vogliamo fondare un presidio antimafia e lui, amico intimo di Giovanni Falcone, formatore di alcuni dei migliori magistrati che abbiamo nel paese, si mise a loro disposizione. Per il rispetto alla memoria di Grevi e del lavoro di questi ragazzi nel tempo, io non avrei rinunciato a citarli apertamente e a chiamare questo applauso, come più che simbolica promessa di un impegno comune.

Penso che l'Osservatorio (del quale non faccio parte in nessun modo, a scanso di equivoci) che è riuscito a mettere in coda la cittadinanza di Pavia per sentire le parole di un magistrato, debba essere tra i fondatori attivi di un presidio di LIbera a Pavia e non ai margini di questo progetto. Sarebbe come creare su un territorio un consorzio di produttori enogastronomici (scusate il paragone per molti aspetti fuori luogo!) senza fare ogni sforzo per coinvolgere il principale produttore degli ultimi anni...

ASSOCIAZIONI, CARCIOFI E LA MISSIONE MEDIATORIA
Se poi si avverte qualche ritrosìa delle associazioni nell'uscire dai propri confini, non credo che dovremmo esserne stupiti e ritrarci orgogliosamente dal compito che è proprio di LIbera o cercare di imporre visioni, modelli, idee d'azione, che non farebbero che acuire quelle ritrosìe.
Se io non ho capito male Libera ha una missione mediatoria, rispettosissima, che conduce (maieuticamente) ai motivi sociali per uscire dall'angustia dei propri confini associativi, decarciofandosi in nome di uno sviluppo civico post-familistico, ma non impone alle associazioni una sovrastruttura decidente, formata da alcuni attivisti che decidono un programma d'azione.
Senza nulla togliere alla gratitudine genuina che credo dobbiamo avere per la generosità di tutti gli attivisti, senza i quali la vita sociale sarebbe perennemente immobile, l'organizzazione nel formarsi dovrebbe includere le associazioni, non essere una realtà sovraordinata.

DIALOGO E CONFLUENZE
Se così è, forse conviene sostituire all'attivismo, la disponibilità, l'ascolto e il dialogo per tutto il tempo che sarà necessario, per organizzare una rete integrata più radicata sul territorio.

Naturalmente questa è l'attitudine con cui anch'io, per coerenza, mi metto a disposizione del progetto di LIbera a Pavia: riposta l'intenzione di tratteggiarne una bozza insieme ad alcuni amici, che era comunque un'intenzione un po' carciofa, confluisco molto volentieri in questo avvio assai più esteso e più efficace di quello che nel mio piccolo avevo abbozzato, portando le mie esperienze ed opinioni e, se loro saranno d'accordo, un gruppo di amici.

Un abbraccio,

Cristina

PS. Vi prego di postare questo messaggio nel blog che state creando, grazie."


La nostra risposta:

"Cara Cristina,

quello che tu esprimi e' esattamente cio' che ci anima. 

E' vero che il contributo eccezionale dell'Osservatorio Antimafie durante l'incontro non e' stato richiamato e valorizzato; questo ci dispiace e ce ne scusiamo, come del resto abbiamo gia' fatto giovedi stesso con il gruppo dell'Osservatorio che ha partecipato e che, in modo amichevole e diretto, ce l'ha fatto notare.

Anche se dovuta ad un problema tecnico all'inizio dell'incontro e a un po' di foga che ne e' seguita, e' stata una dimenticanza spiacevole, in primo luogo per noi visto che negli incontri preparatori dell'evento avevamo sottolineato l'importanza di ricordare l'utilissimo lavoro dell'Osservatorio e inoltre perché lo spirito che ci ha portati a renderci parte attiva nel progetto di Libera è proprio l'idea di "fare squadra" con le associazioni presenti sul territorio. Questo, infatti, era il senso ultimo della serata di giovedì scorso: permettere la conoscenza reciproca tra il gruppo iniziale, le associazioni pavesi e i singoli interessati.

Bello comunque sentirsi con te e con tutti quelli che vorranno unirsi parte della stessa squadra.

Abbraccio ricambiato,
Costruendo Libera"

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